Che cos’è Cloudflare e perché i suoi malfunzionamenti creano problemi seri
Cloudflare è uno dei principali sistemi di supporto per il funzionamento del web moderno. Offre strumenti essenziali come CDN per distribuire i contenuti in modo rapido, DNS ad alta velocità, firewall applicativi, protezione dagli attacchi DDoS, certificati SSL, caching e sistemi di bilanciamento del carico.
Quando si verifica un down di Cloudflare , migliaia di siti che dipendono dai suoi servizi subiscono rallentamenti o veri e propri blackout. Questo provoca disagi diffusi a utenti, aziende e piattaforme digitali.
Un nuovo down globale: cosa è accaduto
Il 5 dicembre 2025 si è verificata una nuova interruzione che ha interessato l’intera rete di Cloudflare. Il disservizio è iniziato alle 08:47 UTC e si è concluso dopo circa 25 minuti, alle 09:12. In questo intervallo, oltre un quarto del traffico HTTP gestito dall’azienda non ha funzionato correttamente.
L’origine del problema non era un attacco informatico. Il blackout è nato da un aggiornamento interno, sviluppato per risolvere una vulnerabilità critica (CVE-2025-55182) legata ai React Server Components. Durante l’aggiornamento, il sistema WAF ha iniziato a elaborare le richieste in modo diverso, aumentando il buffer da 128 KB a 1 MB. Questa variazione ha provocato comportamenti inaspettati.
A complicare la situazione è intervenuta anche una modifica alla configurazione globale necessaria per disattivare uno strumento interno. La modifica ha innescato un errore nel proxy FL1, che ha iniziato a restituire pagine con HTTP 500 Internal Server Error.
Una volta individuato il guasto, Cloudflare ha ripristinato la configurazione precedente e il traffico è tornato alla normalità.
Chi è stato colpito e quali servizi hanno avuto problemi
Durante quei minuti molti siti molto noti sono diventati irraggiungibili o hanno funzionato in modo irregolare.
Social network, app di messaggistica, strumenti di collaborazione e negozi online hanno mostrato errori o tempi di risposta estremamente lenti.
Anche le aree amministrative e le API di Cloudflare non erano disponibili. Proprietari di siti e sviluppatori non potevano intervenire sui propri domini o modificare le impostazioni tecniche.
Per chi gestisce attività online, queste interruzioni possono causare perdite economiche, problemi di reputazione e discontinuità nei servizi.
Le cause tecniche e le lezioni da trarre
L’incidente rappresenta un chiaro esempio di quanto sia delicata un’infrastruttura centralizzata. Un singolo aggiornamento errato può creare un impatto immediato su migliaia di siti e servizi.
L’azienda ha riconosciuto la gravità dell’accaduto, soprattutto considerando che si tratta del secondo grande blocco nel giro di poche settimane. Cloudflare ha già annunciato modifiche ai suoi processi di rilascio per prevenire situazioni simili.
L’evento mette anche in evidenza un problema strutturale del web moderno: la forte dipendenza da pochi provider, che in caso di errore possono bloccare un’intera fetta di Internet.
Come puoi proteggere il tuo sito da futuri disservizi
Se utilizzi Cloudflare, puoi adottare diverse strategie per ridurre i rischi:
- Utilizza una configurazione multi-CDN per non dipendere da un singolo provider.
- Monitora separatamente server origin e servizi di caching/WAF.
- Prepara un protocollo di emergenza con DNS di riserva, backup e comunicazioni immediate ai tuoi utenti.
- Segui i comunicati tecnici e gli aggiornamenti di Cloudflare per capire in anticipo eventuali modifiche critiche.
Il nuovo down di Cloudflare mostra quanto sia fragile l’infrastruttura che sostiene milioni di siti web. Gli errori interni, seppur minimi, possono generare disservizi globali.
Per chi gestisce progetti online, diventa indispensabile puntare sulla resilienza: ridondanza, monitoraggio e piani di emergenza sono oggi strumenti fondamentali.
Analizza la tua infrastruttura e verifica se sei davvero preparato a gestire un’interruzione. Rafforza il tuo sistema oggi per evitare problemi domani.